
Firmato il Protocollo per promuovere l’occupazione delle persone in situazione di vulnerabilità e svantaggio
Mercoledì 8 ottobre, è stato ufficialmente sottoscritto presso la CCIAA di Brescia il Protocollo di Intesa per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e promuovere l’occupazione delle persone in situazione di vulnerabilità e svantaggio, che ha visto Confcooperative Brescia ideare e poi collaborare con l’Ente Camerale in modo attivo e costruttivo. Un’iniziativa promossa […]
Mercoledì 8 ottobre, è stato ufficialmente sottoscritto presso la CCIAA di Brescia il Protocollo di Intesa per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e promuovere l’occupazione delle persone in situazione di vulnerabilità e svantaggio, che ha visto Confcooperative Brescia ideare e poi collaborare con l’Ente Camerale in modo attivo e costruttivo.

Il Protocollo proposto dalla Camera di Commercio di Brescia e da Confcooperative Brescia, con l’adesione delle associazioni di categoria, affronta il tema del mismatch nel mercato del lavoro promuovendo l’occupazione delle persone in situazione di vulnerabilità e svantaggio.
Ringraziamo Roberto Saccone, Presidente della Camera di Commercio di Brescia, e le Associazioni di categoria aderenti, per avere raccolto questa sfida con determinazione, riconoscendo il ruolo della cooperazione sociale bresciana come attore fondamentale per favorire occupazione e inclusione lavorativa delle fasce più vulnerabili nelle imprese bresciane, un impegno necessario sia per motivazioni etiche sia per ragioni di competitività del sistema produttivo locale.
Il quadro conoscitivo
Il fenomeno del mismatch, ovvero la disconnessione tra l’offerta di lavoro e la domanda, è un problema che emerge per la prima volta nella storia economica europea nella fase post-pandemia e che coinvolge tutti i settori della società.
In Italia, il mismatch si manifesta in difficoltà di accesso al mercato del lavoro per i giovani, un trend demografico negativo e la disoccupazione persistente delle fasce vulnerabili. Le perdite economiche derivanti da questo fenomeno sono stimate in circa 44 miliardi di euro, pari al 2,5% del PIL.
Esiste quindi la necessità di adottare soluzioni efficaci per il futuro del sistema socio-economico, come dimostra l’iniziativa avviata con il Protocollo, condividendo l’opportunità di valorizzare il ruolo della cooperazione sociale di inserimento lavorativo, un attore consolidato da oltre quarant’anni nelle politiche del lavoro per le persone svantaggiate. Questa esperienza, radicata in provincia di Brescia, è riconosciuta a livello europeo come modello di integrazione lavorativa.
I contenuti del Protocollo
Il Protocollo d’intesa ha l’obiettivo di rispondere al bisogno di lavoratori e lavoratrici delle imprese attraverso l’inclusione di persone vulnerabili, affrontando le questioni ad esso sottese con un approccio sistemico.
L’intento dell’iniziativa, quindi, è finalizzato a superare la logica della micro – progettualità lodevole, puntando piuttosto ad una soluzione strutturale del fenomeno del mismatch tra il mondo delle imprese e quello del lavoro.
Il processo per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro prevede l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate in cooperativa sociale, una progettazione personalizzata, un percorso di accompagnamento, tutoraggio, formazione e tirocinio e l’inserimento in impresa con un ulteriore periodo di tutoraggio.
Il mismatch, infatti, non si risolve spontaneamente, ma richiede competenze e metodologie specifiche, come quelle che le cooperative sociali possiedono, essendo nate per l’inserimento lavorativo.
I benefici attesi sono rilevanti:
- per i lavoratori, appartenenti a diverse categorie di svantaggio;
- per le imprese, che guadagnano competitività con risorse già socializzate al lavoro;
- per l’ente pubblico, che supporta i costi legati a queste persone;
- per le cooperative sociali, che mettono a disposizione le proprie competenze in cambio di un riconoscimento economico.
Le motivazioni alla base del Protocollo sono molteplici:
- affrontare il mismatch come una questione collettiva;
- sistematizzare attraverso un disegno territoriale le sperimentazioni già testate tra imprese e cooperative;
- misurare i risultati del progetto tramite analisi dei dati.
Un altro aspetto importante riguarda la formazione che le cooperative sociali possono offrire alle imprese in tema di “diversity inclusion”, per sviluppare metodi e competenze che favoriscano ambienti di lavoro inclusivi.
Restituire valore al lavoro, stiamo dicendo: “si può fare”
Riteniamo sia fondamentale restituire al lavoro il valore che merita, non solo come fonte di reddito, ma anche come fonte di soddisfazione e dignità per le persone. Un lavoro che offra loro un senso di appartenenza e un riconoscimento sociale autentico.
Un lavoro di qualità, dunque, svolto con impegno all’interno di ambienti lavorativi positivi e imprese virtuose, genera benessere. In questo senso il lavoro deve tornare ad essere uno strumento di inclusione, di riduzione delle disuguaglianze e di crescita per le nostre società. È essenziale riscoprire il vero significato del lavoro e la sua capacità di permettere a ciascuno di trovare il proprio posto nel mondo.