Lo stile cooperativo per lo sviluppo dell’agricoltura
«Siamo grati alla Cei per avere messo al centro delle sue riflessioni nel Messaggio per la Giornata del Ringraziamento, l’importanza dello stile cooperativo per lo sviluppo dell'agricoltura. Un riconoscimento che riempie di orgoglio i nostri soci protagonisti di una filiera tre volte italiana per prodotto, produttori e territori». Così il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, commenta le riflessioni contenute nel documento della Cei per la 73ª Giornata del ringraziamento del 12 novembre prossimo. Nel Messaggio, pubblicato nei giorni scorsi, i vescovi sottolineano come, oggi più che mai, in agricoltura occorra applicare il principio di fraternità. Aggiungono anche « Siamo cooperatori nella creazione e, quindi, cooperiamo tra di noi. Impegniamoci a gestire l’acqua, la terra e l’energia in modo fraterno. Educhiamoci a condividere gli strumenti dell’agricoltura, a pensarci in connessione con la vocazione agricola dei territori, ad accogliere il lavoro come una chiamata a sfamare i popoli della terra”. La forma cooperativa viene riconosciuta come modello per un’agricoltura consapevole e sostenibile, dal volto umano, un modello d’impresa in cui la comunità è un bene per tutti. I vescovi invitano inoltre le cooperative del settore agroalimentare ad essere attive nei campi dell’innovazione e dello sviluppo, per promuovere nuovi processi produttivi, collaborando con centri di ricerca pubblici e privati e avendo cura di certificare sempre di più i loro prodotti e immetterli sul mercato. In questo modo le cooperative diventano attori nella promozione della rigenerazione economica nel settore agricolo e, allo stesso tempo, possono coltivare insieme un rapporto diretto con i consumatori finali. «Le cooperative agricole – conclude il presidente di Fedagripesca Confcooperative, Carlo Piccinini – sono imprese democratiche che favoriscono la crescita dei soci e della comunità in cui operano e sono in tal modo tra i principali artefici dello sviluppo socio-economico dei territori in una prospettiva di benessere diffuso e sostenibile per la collettività, il tessuto sociale, l’ambiente e le generazioni future».