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Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie
Gardini: "200 cooperative che gestiscono i beni confiscati: occupano 3.000 persone e fatturano 100 milioni. La criminalità si batte anche cosi"

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«Dare nuova vita ai beni confiscati per far vincere l’economia sana su quella criminale, ripristinare la legalità e rendere, in questo modo, giustizia alle tante vittime della mafia. Un’azione cruciale per il nostro Paese che portiamo avanti ogni giorno con 200 cooperative impegnate nella gestione dei beni confiscati che fatturano 100 milioni, danno lavoro a 3mila persone e realizzano servizi per la comunità e l’inclusione lavorativa soprattutto dei più fragili. Al di là dei numeri la rinascita dei beni confiscati rappresenta il momento di riscatto economico, sociale e soprattutto culturale dei territori. La criminalità si batte anche cosi. È necessario velocizzare i tempi di assegnazione per i quali al momento occorrono 5 anni per passare dalla confisca all’assegnazione». Così Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative nella giornata in memoria delle vittime della mafia.
E il centro studi di Confcooperative fornisce l’identikit delle cooperative che gestiscono i beni confiscati. Si tratta di imprese di piccole dimensioni, ma solide da un punto di vista strutturale e finanziario in grado di generare sul territorio una economia sana, lavoro e prospettive. E questo anche in aree con economie più in difficoltà, con il 60% delle realtà operative nel Sud del paese. In quanto all’utilizzo dei beni: Il 34% riguarda l’accoglienza e l’integrazione, incluso l’housing sociale. Alle attività agricole è desinato il 25% dei beni, mentre il 12% riguarda la formazione e il 10% rivive grazie al commercio, l’artigianato e la ristorazione con le sartorie o le osterie sociali.
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Ogni anno, il 21 marzo, primo giorno di primavera, Libera promuove la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. L'iniziativa nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare mai il suo nome. Un dolore che diventa insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome.
Dal 1996, ogni anno, una città diversa, un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano. Recitare i nomi e i cognomi come un interminabile rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai. Il 21 marzo in tanti luoghi del nostro Paese per un abbraccio sincero ai familiari delle vittime innocenti delle mafie, non dimenticando le vittime delle stragi, del terrorismo e del dovere.

Il 1° marzo 2017, con voto unanime alla Camera dei Deputati, è stata approvata la proposta di legge che istituisce e riconosce il 21 marzo quale “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”.





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